Milano che non ti aspetti: S. Bernardino alle Ossa
Poco distante dal Duomo si trova una delle chiese più particolari di tutta Milano.
Stiamo parlando della chiesa di San Bernardino alle Ossa, situata in via Verziere, a circa 600 metri da piazza Duomo che al suo interno custodisce un ossario.
Quella che sorge oggi in piazza Santo Stefano è la chiesa edificata in stile barocco nel 1750 che dall’esterno ricorda molto un palazzo signorile più che una chiesa.
In questa piazza sorgono due chiese: quella dedicata a Santo Stefano, da cui prende il nome, e quella San Bernardino che è posta alla sua sinistra guardando la facciata.
Nel XII secolo in questo luogo sorgeva l’ospedale del Brolo, dove venivano curati i lebbrosi, e il suo cimitero.
Con il passare degli anni divenne necessario fare posto nel campo santo e si decise di riesumare gli scheletri e costruire un ossario per la conservazione.
Dopo qualche anno venne costruita accanto all’ossario una chiesetta dedicata a Maria Addolorata e ai santi Ambrogio e Sebastiano.
La chiesa venne dedicata a S. Bernardino da Siena nel momento in cui vi si insediò l’ordine dei Disciplini. Questo è un ordine laico, la cui dottrina comprende l’autoflagellazione e il culto dei morti.
Furono proprio questi monaci a ricostruire la chiesa e l’ossario a metà del 1600 quando venne distrutta dal crollo del campanile della chiesa di S. Stefano.
Una volta varcata la soglia della chiesa, per raggiungere l’ossario bisogna imboccare uno stretto corridoio alla destra dell’ingresso.
Al termine di esso si giunge in una stanza quadrata le cui pareti risultano completamente ricoperte da ossa.
Gli scheletri utilizzati appartenevano ai pazienti del vecchio ospedale oltre anche salme seicentesche riesumate dal cimitero per necessità di spazio e ai condannati a morte a cui davano assistenza i Disciplini.
Gli scheletri di questi ultimi hanno un “posto d’onore” e sono conservati all’interno di teche-reliquiari. Si dice che i teschi esposti sopra la porta dell’ossario che affaccia sul vicolo siano appartenuti a persone condannate alla decapitazione.
Tutte le decorazioni sulle pareti sono realizzate con veri teschi e vere ossa.
Si racconta che durante una visita Giovanni V, re del Portogallo, rimase impressionato dall’ossario e decise di far costruire la Capela dos ossos a Evora, vicino a Lisbona.
Con così tanti morti la nascita di leggende è inevitabile.
Una di queste narra che scheletro di una bambina, posto alla sinistra dell’altare, la notte del 2 novembre riprende vita dà inizio a una “danza dei morti” accompagnata da tutti gli altri scheletri magicamente ricomposti.
Il suono delle ossa “danzanti” si dice che si senta anche da fuori la cappella.
La visita all’ossario è un’esperienza molto particolare, se siete facilmente impressionabili non mi sento di consigliarvela.
Potete comunque approfittare per visitare la chiesa, anche lei nasconde delle particolarità.
- E’ costruita su pianta ottagonale.
- All’interno della cappella di destra (guardando l’altare) si dice che riposino i resti di alcuni discendenti di Cristoforo Colombo. Non si sa se sia verità o leggenda ma lo stemma e la scritta “COLON DIEDE IL NUOVO MONDO ALLA CASTIGLIA E AL LEON” fanno proprio pensare a lui.
- Sotto la chiesa è presente una cripta di forma pentagonale che veniva usata come sepolcro dai Disciplini. L’accesso si trova al di sotto della grata posta davanti ai gradini dell’altare.
Secondo la tradizione questo è il luogo dove venivano posti dopo la morte. I corpi erano sistemati seduti su sgabelli in pietra, uno accanto all’altro in nicchie. Le sedute avevano un foro di scolo per permettere la mummificazione dei corpi
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