Balcani 2019: tra Croazia e Bosnia-Erzegovina
Prima dei post più approfonditi voglio fare un breve riassunto dei 16 giorni trascorsi tra Croazia e Bosnia-Erzegovina.
Siamo stati in due nazioni e in quattro differenti case (tutte consigliate, specialmente quella di Mostar). In totale abbiamo percorso 2679 km con l’auto e 122 km a piedi.
La prima destinazione è stata l’isola di Brac, con base a Bol.
Come posizione non siamo rimasti soddisfatti al 100%.
Il paese in sé non è nulla di che. Di giorno viene preso d’assalto dalle escursioni in barca che partono da Split e Hvar per la famosa (e sovraffollata) spiaggia di Zlatni Rat. Per trovare delle spiagge più belle e meno affollate bisogna prendere la macchina e spostarsi di una decina di km arrivando a Murvica.
La sera non c’è un vero e proprio “centro” dove andare a fare una passeggiata. I negozi sono quasi inesistenti e i ristoranti sono tutti super turistici.
Tornando indietro molto probabilmente sceglieremmo la zona di Supetar / Sutivan come base per poi muoverci verso sud in giornata.
Il giorno della partenza abbiamo scoperto che da quest’anno alcune tratte locali gestite da Jadrolinija sono soggette a prenotazione.
Questa novità è scritta solamente sulla versione inglese del sito e nella sezione notizie. Cercando la tratta sia sul sito e che sull’app non ci sono note che informano del fatto che sia “necessario” prenotare per essere sicuri di imbarcarsi sul traghetto scelto.
L’isola di Brac è collegata alla terraferma da due diversi porti: Split-Supetar e Makarska-Sumartin. All’andata, arrivando dall’Italia, ci siamo imbarcati a Split mentre per il ritorno avevamo deciso di prendere il traghetto da Sumartin in modo da guadagnare qualche chilometro dovendo poi proseguire per la Bosnia.
All’arrivo al porto l’amara scoperta: nonostante fossimo arrivati due ore prima della partenza, il traghetto delle 9 del mattino era tutto prenotato. Il successivo sarebbe stato alle 13 e non avevamo comunque la certezza di riuscire a prenderlo.
Abbiamo quindi deciso di andare a Supetar dove i traghetti sono più frequenti. Essendo sabato ovviamente le auto che dovevano imbarcarsi erano molte, abbiamo lasciato l’appartamento alle 7 del mattino e siamo riusciti (per 3 macchine) a prendere quello in partenza alle 11.
Questa novità ci ha fatto perdere più di mezza giornata; lo spostamento di 160 km ha richiesto un totale di 7 ore.
Abbiamo deciso di entrare in Bosnia sfruttando l’autostrada e passando dalla frontiera Nova Sela – Bijaka in quando avevamo necessità di acquistare la carta verde per circolare in Bosnia-Erzegovina.
Piccola nota al riguardo: non so se il poliziotto ha fatto apposta a non dire nulla o se non si è accorto che sulla nostra assicurazione italiana la Bosnia è sbarrata, ma ho dovuto chiedere per acquistare la carta verde perché lui ci stava facendo andare senza problemi rischiando poi di trovare un posto di blocco 100 metri dopo la dogana.
La carta verde si fa in un container dietro la struttura della dogana, ci è costata 20€ per 7 giorni (dal sabato alle 13 al venerdì successivo alle 13).
Per ottenerla ci vogliono 5 minuti e serve solo il libretto dell’auto. Fate attenzione quando l’impiegato riporta i dati sul modulo se avete una macchina con un passaggio di proprietà perché rischiate che, come nel nostro caso ma mi sono accorta in tempo, scriva il proprietario originario invece che l’ultimo. Il pagamento si effettua in euro.
I primi giorni della settimana bosniaca li abbiamo trascorsi a Mostar.
Qui abbiamo trascorso due notti in un appartamento bellissimo appena ristrutturato a due passi dalla chiesa francescana.
La parte vecchia della città è sempre bella anche se di giorno è difficile camminarci. Viene “invasa” da turisti, solitamente escursioni giornaliere, e ad ogni angolo della strada ci sono zingari che chiedono l’elemosina.
Se avete la possibilità di passare una notte a Mostar, l’orario migliore per girare è il tramonto, quando la città inizia a svuotarsi.
Consigliatissima la salita degli 89 gradini del minareto della moschea Koski Mehmed Pasha, ma solo se non soffrite di claustrofobia. Da qui sopra godetevi la vista dello Stari Most e di tutta Mostar.
E’ stato poi il turno della mia amata Sarajevo.
Quando abbiamo deciso questa tappa, per l’alloggio siamo andati sul sicuro, prenotando lo stesso appartamento dove avevamo soggiornato nel 2015. E’ posizionato sulla collina dietro la cattedrale cattolica. C’è una bella salita da fare per arrivarci, fatta rigorosamente a piedi tutti i giorni anche più volte al giorno, ma se avessimo voluto con pochi euro avremmo potuto prendere un taxi che qui sono super economici.
Per goderci la città abbiamo avuto a disposizione 3 giorni pieni più la mezza giornata del viaggio da Mostar. Il meteo purtroppo non è stato molto gentile con noi, rovinando anche alcuni piani e non permettendoci di fare alcune cose che avremmo voluto (ad esempio la salita in funivia sul monte Trebevic).
Siamo passati dagli oltre 30 gradi di Mostar a una temperatura costante di 15-18 gradi con pioggia o nuvoloni. Il sole credo di averlo visto per 5 ore in tutta la nostra permanenza in città.
Nonostante il maltempo Sarajevo è sempre bella e mi manca già.
Sia a Mostar che a Sarajevo abbiamo partecipato ai free walking tour (Free Walking Tour Mostar/Sheva Walking Tours a Mostar con Alina come guida e Meet Bosnia Tours a Sarajevo con Edin).
Se non sapete di cosa si tratta, come dice la parola stessa, sono dei tour a piedi gratuiti. Solitamente la partenza è quotidiana, in alcuni casi anche più volte al giorno, in un determinato punto della città. Basta presentarsi all’appuntamento per partecipare senza nessuna prenotazione.
Al termine del giro, circa 1.5 – 2 ore, si può lasciare alla guida un’offerta totalmente libera in base alla vostra valutazione della visita.
Per il vostro prossimo viaggio, ovunque sia, vi consiglio di provare a cercare se esiste la possibilità di partecipare a queste iniziative. Sono utili sia per chi conosce già i punti di interesse ma vuole scoprire qualche particolare in più che per coloro che visitano per la prima volta quel luogo.
Come nel 2015, abbiamo deciso di spezzare il viaggio di rientro in Italia fermandoci una notte a Karlovac. Quella volta non eravamo stati in centro ma avevamo visitato il museo della guerra civile in quanto l’appartamento era a Turanj e forse sarebbe stato meglio continuare a non andarci.
In qualsiasi cittadina minimamente turistica in centro si trovano ristoranti, negozi, cambia valute.. ma qui non c’è assolutamente niente. Metà degli edifici è in ristrutturazione/pericolante, gran parte dei negozi ha chiuso e sono presenti solo un paio di bar e nient’altro.
Piuttosto che perdere tempo in centro vi consiglio di salire in macchina e andare al castello di Dubovac o al museo della guerra entrambi poco distanti.
In attesa dei post più dettagliati, sul canale youtube è già online il video dedicato a Mostar.
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