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Alla scoperta della Bosnia-Erzegovina: Tekija di Blagaj

Sia che abbiate progettato un tour dei Balcani, o che vi troviate in Croazia tra Split e Dubrovnik vi consiglio di visitare la Bosnia-Erzegovina. Noi ci siamo stati due volte come escursione giornaliera dalla Croazia e abbiamo soggiornato due giorni a Sarajevo, dove ho assolutamente bisogno di tornare.

Come prima idea vi portiamo a scoprire la Tekija di Blagaj, un monastero derviscio situato nella regione sud-orientale del bacino di Mostar. Con derviscio si indicano i discepoli di alcune confraternite islamiche che sono chiamati a distaccarsi dalle passioni mondane e dai beni; i dervisci vivono in mistica povertà, e possono essere paragonati ai frati cristiani mendicanti.

Il monastero è stato costruito nel 1520 a fianco alla sorgente del fiume Buna e oggi è un monumento nazionale.

Per raggiungere Blagaj dalla Croazia la dogana più comoda è quella di Metkovic, da qui dovrete percorrere circa 40 km, seguendo la strada che porta a Mostar. Seguite la strada principale fino a poco prima dell’abitato di Buna dove dovrete svoltare a destra e poi proseguire su questa strada fino a raggiungere Blagaj. Purtroppo non è disponibile lo street view in Bosnia ma qui trovate il percorso per capire la strada da seguire.

Apro una piccola parentesi sull’ingresso in Bosnia con l’automobile: assicuratevi di avere in macchina la carta verde dell’assicurazione, senza di quella non vi faranno entrare. Proprio alla dogana di Metkovic, costruita con due container in mezzo alla strada, ci hanno chiesto quasi con tono di sfida se avessimo la carta verde, ma eravamo preparati e l’avevo già tra le mani insieme alle carte d’identità.

Una volta arrivati nell’abitato di Blagaj parcheggiate nello spiazzo che troverete alla vostra destra, è a pagamento ma ho dei problemi a ricordarmi quanto avessimo speso.
Nel file excel delle spese di quell’anno (2015) ho riportato “Blagaj 3€” e dovrebbe comprendere sia il parcheggio che l’ingresso alla Tekija. La cosa di cui sono sicura è che abbiamo pagato in euro. A differenza di quello con la kuna, il cambio con il marco bosniaco è presto calcolato essendo 1KM=0.50€.

Dal parcheggio proseguite a piedi per qualche centinaio di metri costeggiando il fiume fino ad arrivare all’ingresso del monastero.
I biglietti li abbiamo fatti a un banchetto posto poco dopo l’ingresso del cancello, non so se in altri periodi dell’anno siano acquistabili presso il bazar che si incontra subito dopo.


Oltrepassato il bazar si raggiunge un cortile che affaccia sul fiume con un locale dove è possibile mangiare prima di raggiungere il vero e proprio ingresso al monastero.

La Tekija di Blagaj fu un luogo di residenza stabile per alcuni monaci dervisci dell’ordine dei Bektashi esempio unico in Bosnia-Erzegovina. A differenza dei monaci cristiani, i dervisci solitamente si radunano in questo luogo solo in alcuni momenti della giornata per la preghiera e non lo utilizzano come casa.

Essendo un luogo religioso bisogna seguire delle regole durante la visita.
Si entra scalzi, i pavimenti sono interamente coperti da tappeti e le donne devono essere velate e coperte. Anche gli uomini sarebbe meglio che indossassero dei pantaloni lunghi oltre il ginocchio, ovviamente viene data priorità a far coprire le donne.

Noi siamo arrivati preparati, soprattutto per quanto mi riguarda. In borsa avevo una sciarpa che riuscisse a coprirmi testa e braccia e una gonna lunga fino ai piedi da infilare sopra gli shorts oltre ai calzini da indossare una volta depositate le scarpe.

All’ingresso trovate una persona che, nel caso arrivaste troppo scoperti, vi fornirà dei veli e delle specie di parei per coprirvi (che ha dovuto indossare Paolo).

La struttura in sè non è grandissima, il giro per le stanze del monastero non vi porterà via più di mezz’ora (fotografando ogni angolo). Le stanze sono semplici, arredate con divani e tappeti.

Terminata la visita al monastero potete noleggiare delle canoe per fare un giro sul fiume oppure farvi portare con un gommone all’interno della montagna a visitare la sorgente del Buna.

Sulla sponda opposta del fiume è presente anche un ristorante se volete fermarvi per il pranzo.

Può essere tenuta in considerazione anche come semplice tappa per interrompere il viaggio, magari dalla costa croata verso Sarajevo, non richiedendo molto tempo per la visita.

Anche se è un luogo abbastanza turistico lo trovo un buon modo per venire a conoscenza con gli usi e i costumi di altre culture.

Avete mai visitato questo monastero?

 

 

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