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Sarajevo: lungo la riva sinistra della Miljacka

Il nostro amore per Sarajevo è innegabile, appena possiamo ci torniamo. Ad agosto abbiamo visitato la città per la terza volta e abbiamo deciso di esplorare la riva sinistra della Miljacka, quella “meno famosa”.
Oggi vogliamo portarvi con noi a scoprirla passeggiando lungo le sue strade. 

se è la tua prima volta in città leggi anche 10 cose da fare a Sarajevo

Il punto di partenza della camminata è la nuova piazza di fronte alla mia amata Vijecnica, l’ex biblioteca andata quasi completamente distrutta nella notte tra il 25 e 26 agosto 1992 dopo essere stata incendiata. 

Qui si trova Inat kuca, un edificio a cui è legata una storia molto particolare.
Quando l’impero austro-ungarico a fine 1800 decise di costruire il municipio, divenuto poi biblioteca universitaria nel 1947, si rese necessario abbattere gli edifici presenti sulla porzione di terreno scelto per far spazio al cantiere. Il proprietario di una di queste abitazioni però si oppose sostenendo quello era il suo luogo di pace spirituale.
Dopo una lunga trattativa il signor Benderija ottenne molti soldi dalla monarchia e la ricostruzione mattone per mattone della sua casa sulla riva opposta della Miljacka. Da qui deriva il nome della casa che letteralmente si traduce in “casa del dispetto”.
Nel 1997 la casa è stata trasformata in un ristorante tipico bosniaco e il suo nome è rimasto a per simboleggiare “il dispetto bosniaco”.

Proseguiamo salendo lungo la ripida Veliki Alifakovac fino ad arrivare al cimitero Alifakovac.

E’ uno dei cimiteri più antichi della città con tombe che risalgono al XV secolo. E’ conosciuto anche come “cimitero dei viaggiatori” perché qui hanno trovato sepoltura gli stranieri di fede musulmana morti nella capitale.
Anche se non siete amanti di cimiteri salite fino a qui per godervi il panorama: da un lato trovate la Fortezza Bianca e dall’altra il centro città con i suoi minareti.

Proseguiamo la salita fino alla piccola moschea Timurhan Nezir (Timurhan Nezirova džamija) con il suo particolare minareto in legno.
Purtroppo era chiusa quando siamo passati ma credo non sia neanche accessibile ai turisti.

Arrivati al termine della strada imbocchiamo la via alla nostra destra e proseguiamo fino a ritrovarci in una specie di piazza, da qui inizia la discesa percorrendo Mehmeda Mujezinovica ulica. 

Alla fine della via sulla destra è presente uno dei musei dedicati alla storia di Sarajevo durante la guerra degli anni 90 (biglietto 10 KM). Era nella lista delle cose da vedere ma purtroppo non siamo riusciti a visitarlo, sarà per la prossima volta che sappiamo tutti ci sarà.

Noi proseguiamo a sinistra su Franjevačka ulica e poco più avanti incontriamo una rampa di scale che ci porta alla stazione della funivia per il monte Trebević (biglietto A/R 20 KM).

L’impianto è nuovissimo, è stato inaugurato nel 2018, ma non è una novità per la città perchè qui la funivia era già presente dal 1959.
Raggiunse il suo massimo picco di popolarità nel 1984 quando vennero disputate le olimpiadi invernali in città e sul monte Trebevic venne costruita la pista da bob.
Durante la guerra venne gravemente danneggiata e l’area circostante disseminata di mine. Questa zona venne anche utilizzata dagli assedianti come posizione strategica per il posizionamento dell’artiglieria utilizzata per bombardare la città.

Solo nel 2010 è stata completata la bonifica del terreno e si è potuto iniziare a pensare come ripristinare la funivia che fu riaperta solo 8 anni dopo.

Ci troviamo in un punto strategico: sul monte Trebevic passa il confine tra le due entità che costituiscono la Bosnia-Erzegovina dopo gli accordi di Dayton del 1995.
Da un lato la Federazione di Bosnia ed Erzegovina (Federacija Bosne i Hercegovine) e dall’altra la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (Republika Srpska). 

Un piccolo trucchetto per capire in quale parte vi trovate mentre state viaggiando per La Bosnia-Erzegovina è guardare i cartelli stradali che in tutto il paese sono scritti sia con l’alfabeto latino che con l’alfabeto cirillico. Se per primo vedere quello latino e poi più sotto quello cirillico vi trovate nei territori della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, al contrario state attraversando la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina.

Torniamo alla nostra esplorazione di Sarajevo. Una volta saliti in cima con la funivia (ma niente vi vieta di arrivarci a piedi con dei sentieri o in macchina) ci godiamo una passeggiata lungo il tracciato ormai abbandonato della pista di bob. Noi siamo rimasti un paio d’ore percorrendo circa metà della pista.

In entrambe le stazioni della funivia si possono vedere le vecchie cabine.
Lungo le scale che ci riportano su Franjevačka ulica non posso non fermarmi a comprare una calamita per la nostra collezione a una macchinetta automatica raffigurante la funivia e Vučko, la mascotte delle Olimpiadi invernali del 1984.

Ai piedi delle scale giriamo a sinistra e dopo un centinaio di metri raggiungiamo il birrificio di Sarajevo. Inaugurato nel 1864, non ha mai interrotto la produzione da allora, neanche durante l’assedio. In quegli anni ridusse al minimo la produzione e la birra veniva venduta solo se si portavano da casa le bottiglie perchè era impossibile fare rifornimenti di imballaggi.

Questo luogo è stato molto importante durante la guerra perchè era una delle poche fonti di acqua potabile della città dopo che gli assedianti chiusero gli acquedotti. L’edificio è costruito sopra una sorgente e i sarajevesi sfidavano i cecchini per arrivare fino a qui con le taniche facendo fino a 12 ore di coda.

E’ possibile visitarne il piccolo museo (biglietto 5KM) dove viene raccontata la storia della Sarajevsko pivo o fermarsi a bere qualcosa nel locale accanto. Nell’edificio adiacente è presente un negozietto dove acquistare tutti i prodotti del birrificio, molti dei quali non sono disponibili nei supermercati (alcuni non vendono neanche alcolici).

Non dobbiamo fare più di dieci passi per arrivare alla nostra tappa successiva. Si tratta del monastero Francescano di S. Antonio da Padova (Crkva sv. Ante Padovanskog i Franjevacki).

L’edificio della chiesa è in stile neogotico, consacrato nel 1914 sulle spoglie di quella che fu l’unica chiesa cattolica della città prima della costruzione della cattedrale.
L’interno è moderno in seguito al restauro degli anni ‘60, dove spicca il dipinto dietro l’altare dell’Ultima cena con una folla di fedeli attorno a Gesù e agli apostoli e la vetrata con la rappresentazione del Cantico delle Creature di S. Francesco alle spalle dell’organo.

Questo luogo è importante non solo per i cattolici ma anche per ortodossi e musulmani: l’omelia del martedì pomeriggio è un momento di condivisione multiconfessionale. 

Lasciata la chiesa imbocchiamo ulica Konak, passiamo accanto a una scuola elementare che conserva sulla facciata i nomi delle persone uccise in quel punto e raggiungiamo la nostra prossima destinazione: la moschea dell’Imperatore (Careva džamija).

E’ una delle moschee più importanti della città sorta durante la sua fondazione nel 1457 ma dopo pochi anni venne distrutta. Fu ricostruita per volere del sultano Solimano il Magnifico nel XVI secolo a cui è poi stata dedicata.
Se trovate il cancello aperto (solitamente apre dopo le 17) entrate a visitarla gratuitamente. Ricordate sempre di avere un abbigliamento adeguato quando si entra in una moschea. Per gli uomini è sufficiente avere pantaloni lunghi almeno fino al ginocchio e evitare le canottiere, per le donne è richiesto di avere braccia e gambe coperte e un velo/sciarpa sulla testa. Quest’ultimo solitamente è possibile prenderlo “in prestito” poco prima di entrare se non si ha il proprio. Io per abitudine tengo sempre una sciarpa nella borsa abbastanza grande da poter coprire anche le spalle.

Usciamo dal cancello principale della moschea e prendiamo il lungo fiume andando a sinistra, a destra torneremmo al punto di partenza della nostra passeggiata.

Dopo un centinaio di metri ci troveremo davanti ad uno dei ponti simbolo della storia mondiale, il ponte Latino. Sul lato opposto rispetto al nostro nel 1914 Gavrilo Princip sparò e uccise l’Arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia. Questo evento fu la scintilla che fece scaturire la Prima Guerra Mondiale con l’Impero Austro-Ungarico che dichiarò guerra alla Serbia. E’ possibile visitare il museo Sarajevo 1878 – 1918 che racconta di quel periodo.

Noi però restiamo sulla riva sinistra e proseguiamo fino a raggiungere il Padiglione Musicale, oggi trasformato in un bar, e la moschea Bakr-Baba (Bakr-babina džamija).


Per raggiungere la nostra prossima destinazione, il museo delle illusioni (biglietto 12KM) dobbiamo camminare per 750 metri lungo ulica Hamdije Kreševljakovića e al bivio prendere ulica Skenderija alla sinistra. Si passa davanti alla sinagoga Aschenazita che in teoria è aperta al pubblico ma noi non siamo riusciti a visitarla, nonostante siamo passati più volte ad orari diversi. 

Terminata la passeggiata troveremo il museo sul lato sinistro della strada.
Come si può intuire dal nome all’interno di questo museo si trovano diverse sale in cui sperimentare varie illusioni ottiche tra cui la “testa nel piatto” o la stanza sottosopra. A noi questo genere di museo piace molto, lo abbiamo visitato anche a Zagabria e a Lubiana.

Testando tutte le varie esperienze la visita dura tra l’ora e l’ora e mezza. Per quanto possa essere un’attività interessante se è la vostra prima volta a Sarajevo vi direi di saltarlo, ma tenetelo in considerazione in caso di brutto tempo.

E’ arrivato il momento di raggiungere la tappa finale del nostro tour lungo la riva sinistra della Miljacka, il ponte Festina Lente.
Dal museo torniamo sui nostri passi per qualche metro e poi prendiamo ulica Tabašnica alla nostra sinistra, arrivati al fiume svoltiamo ancora a sinistra e poco più avanti si scorge un ponte pedonale molto diverso da tutti gli altri della città.
E’ stato realizzato da tre studenti dell’accademia di Belle Arti, l’edificio alle sue spalle, nel 2012 e il suo nome in latino significa “affrettati lentamente”. Il momento migliore per fotografarlo è di notte dalla riva destra, tenendo l’accademia come sfondo. 

Siamo giunti alla fine della nostra esplorazione.
Senza considerare la salita con la funivia sul monte Trebevic e la passeggiata lungo la pista di bob il tour è lungo 2.6km. E’ fattibile fare tutto in un solo giorno perché alcune tappe sono solo di passaggio.
Per avere una visuale migliore la salita con la funivia è meglio farla al mattino, al pomeriggio avreste il sole contro. Se volete replicare il giro potete spezzare in due giorni una mattina con la salita in funivia e nel pomeriggio esplorazione della Bascarsija e il giorno seguente la passeggiata.

Se avete da suggerirci altri luoghi meno famosi di Sarajevo vi aspettiamo nei commenti o sui social.

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